MITI & REALTA'

ATLANTIDE, IL CUORE PULSANTE DELL ' OCEANO
Oltre le Colonne d'Ercole, dove il sole calava tingendo l'orizzonte di porpora e le onde si infrangevano con fragore contro le scogliere, si estendeva Atlantide, un gioiello incastonato nel cuore dell'oceano. Era un'isola tanto vasta da sfidare l'immaginazione, un mosaico di terre rigogliose e montagne maestose che si riflettevano nelle acque cristalline, creando un paesaggio di rara bellezza. Le sue pianure, verdeggianti e fertili, erano un trionfo di vita : campi dorati di grano ondeggiavano al ritmo del vento, frutteti rigogliosi offrivano frutti succosi e foreste magiche ospitavano creature leggendarie, che abitavano tra i tronchi secolari e i ruscelli scintillanti. Le montagne, avvolte da una perpetua danza di nebbie argentee, nascondevano segreti millenari : grotte ricolme di cristalli sfavillanti e vene di metalli preziosi, tra cui l'oricalco, un materiale raro e splendente, dal bagliore caldo come il fuoco. Questo metallo leggendario era il fulcro della cultura atlantidea, utilizzato non solo per forgiare strumenti e ornamenti, ma anche per erigere strutture che sfidavano le leggi del tempo e dello spazio. Al centro dell'isola si ergeva la città di Poseidone, il cuore pulsante di Atlantide. Era una meraviglia architettonica senza pari, un capolavoro di armonia e ingegneria. La città era circondata da anelli concentrici di terra e canali navigabili, collegati da ponti eleganti e decorati con mosaici scintillanti. Imponenti palazzi, costruiti in marmo bianco e oricalco, si innalzavano tra giardini pensili dove fiorivano piante esotiche dai mille colori. Templi maestosi, consacrati agli dei, si stagliavano verso il cielo, decorati con bassorilievi intricati che narravano le gesta eroiche e le origini divine degli Atlantidi. Gli abitanti di questo continente, così fastoso e ricco di meraviglie, erano un popolo straordinario, capace di incarnare un perfetto equilibrio tra scienza e arte. La loro conoscenza scientifica era tanto avanzata da sfidare il tempo, mentre le loro creazioni artistiche riflettevano una sensibilità e una bellezza senza eguali. Ogni aspetto della loro cultura dimostrava un'armonia unica, dove il progresso tecnologico si fondeva con l'ispirazione creativa, dando vita a una civiltà che sembrava aver raggiunto l'apice dell'evoluzione umana. La loro conoscenza delle leggi naturali e dell'universo era vastissima, permettendo loro di costruire complessi sistemi di irrigazione, capaci di sfruttare ogni risorsa idrica dell'isola. Erano pionieri della navigazione : le loro imponenti navi, costruite con materiali innovativi, solcavano i mari alla ricerca di nuove terre e culture con cui scambiare sapere e ricchezze. La società atlantidea era un modello di armonia, fondata su un profondo rispetto per la natura e per il divino. Ogni cittadino aveva un ruolo ben definito, ma tutti lavoravano insieme per il bene comune, seguendo leggi giuste e improntate alla collaborazione. La giustizia non era solo un concetto astratto : era scritta nel cuore di ogni Atlantide, rendendo la loro civiltà un esempio di equilibrio e prosperità. Tuttavia, questa Era d'oro non durò per sempre. L'avidità e l'orgoglio iniziarono a corrompere i cuori degli Atlantidi. La sete di potere li spinse a intraprendere guerre di conquista, trasformandoli da saggi protettori in oppressori crudeli. Sfruttarono le risorse di altre civiltà, depredarono terre lontane e trascurarono i principi che li avevano resi grandi. Secondo Platone, la leggendaria Atlantide rappresentava una potente e avanzata civiltà marittima, prospera grazie alle sue risorse naturali e alla sua abilità tecnica. Tuttavia, guidata da un'ambizione smisurata e da un insaziabile desiderio di dominio, Atlantide cercò di estendere il proprio controllo su gran parte del mondo conosciuto. Questo tentativo di espansione incontrò la resistenza delle cittàstato libere, tra cui Atene, che Platone descrive come un modello di virtù e armonia sociale. Atene, secondo il filosofo, si distingueva per la sua adesione a principi di giustizia, moderazione e rispetto reciproco, in netto contrasto con l'arroganza e l'avidità che caratterizzavano la condotta degli Atlantidei. La contrapposizione tra le due potenze culminò in uno scontro inevitabile. Atene, nonostante le difficoltà, riuscì a trionfare, dimostrando non solo una straordinaria capacità militare, ma anche una superiorità morale che le permise di preservare la propria integrità di fronte alle tentazioni della corruzione e della decadenza. Secondo il mito, la vittoria di Atene non fu però seguita da un periodo di pace duraturo, gli dèi, profondamente turbati dalla decadenza morale degli abitanti di Atlantide, non rimasero indifferenti dinanzi alla corruzione che aveva contaminato l'isola. La loro collera si scatenò con furia devastante, riversandosi sulla terra in un giorno e una notte di indicibile terrore. Terremoti di inaudita violenza squassarono il suolo, fratturando le montagne e spazzando via le città. Eruzioni vulcaniche eruttarono colonne di fuoco e cenere, oscurando il cielo in una perpetua notte. Infine, un'immensa onda, alta come le cime delle più alte montagne, si abbatté sull'isola, inghiottendola e cancellandola dalle mappe e dalla memoria degli uomini. Dell'antico splendore di Atlantide non rimase che un vago ricordo, tramandato attraverso miti e leggende. La sua gloria perduta sopravvive nei racconti, un enigma avvolto nel mistero e custodito dagli abissi. Atlantide è oggi un monito eterno : un avvertimento sull'arroganza dell'uomo e sulla fragile natura della sua grandezza, destinata a sgretolarsi sotto il peso dell'hybris. Nelle profondità dell'oceano, Atlantide giace silenziosa, in attesa di essere riscoperta o forse semplicemente ricordata.
APPROFONDIMENTI
In questo passo, Platone introduce il mito di Atlantide come racconto tramandato dagli antichi sacerdoti egizi a Solone, l'illustre legislatore ateniese. Questo dettaglio è significativo perché conferisce al mito un'aura di autenticità storica e lo colloca all'interno della tradizione orale. La descrizione di Atlantide come una potenza arrogante e imperialista, che minaccia l'Europa e l'Asia, è centrale per il messaggio filosofico del dialogo : rappresenta un contrasto tra l'ordine ideale della città giusta (Atene) e il caos dell'hybris (prevaricazione e arroganza). Il "Crizia" approfondisce i dettagli dell'isola di Atlantide, dalla sua struttura fisica e politica alla decadenza morale dei suoi abitanti. Qui Platone presenta un quadro inizialmente ideale, che si trasforma gradualmente in una tragedia. L'isola, donata da Poseidone ai suoi figli, era un paradiso ricco di risorse, costruito con ordine e tecnica. Tuttavia, proprio queste ricchezze e l'eccesso di potere portarono alla corruzione degli Atlantidi. Atlantide è descritta come una società organizzata in modo straordinario, con cerchie concentriche di terra e mare che garantivano protezione e ordine. Questa struttura riflette l'ideale platonico dell'ordine cosmico e della città ben governata, come descritto nella "Repubblica". La presenza dell'oricalco (un metallo leggendario), delle risorse agricole e di animali abbondanti simboleggia un equilibrio originario tra uomo e natura. La mescolanza tra natura divina e mortale rappresenta la perdita dell'equilibrio iniziale. Gli Atlantidi, allontanandosi dalla virtù e seguendo l'arroganza (hybris), si rendono colpevoli di un peccato contro l'ordine naturale e divino. La storia di Atlantide diventa una lezione morale : anche le civiltà più potenti sono destinate al fallimento se perdono il senso della giustizia e della misura. Zeus, il garante dell'ordine cosmico, interviene per ristabilire l'equilibrio, ma Platone interrompe il dialogo prima di rivelare il destino degli Atlantidi. Questo finale aperto suggerisce che il destino di Atlantide non è tanto una questione storica, quanto un monito universale : la caduta è inevitabile quando si tradisce la virtù.